sabato 19 febbraio 2011

il laboratorio

“Ad un rabbino, il cui nonno era stato discepolo del Baalshem, fu chiesto di raccontare una storia. Ed egli raccontò: «Mio nonno era paralitico. Una volta gli chiesero di raccontare una storia del suo maestro. Allora raccontò come il santo Baalshem solesse saltellare e danzare mentre pregava. Mio nonno si alzò e raccontò, e il racconto lo trasportò tanto che ebbe bisogno di mostrare saltellando e danzando come facesse il maestro. Da quel momento guarì. (Buber – Racconti Chassidici)

 LA CITTA’ INVISIBILE
 laboratorio teatrale di narrazione urbana

da un'idea di
Angela Sajeva e Beatrice Ciampaglia
Noi siamo le nostre storie. Siamo il prodotto di tutte le storie che abbiamo ascoltato e vissuto
e delle tante che non abbiamo sentito mai.
 (D. Taylor)

Che rapporto abbiamo con i luoghi in cui viviamo?
Roma è ancora la Città Eterna o è solo una metropoli caotica, frenetica e disorganizzata che spesso ci complica la vita e gli spostamenti?
Questo laboratorio vuole essere un’occasione per scoprire un rapporto diverso e creativo con la propria città, per riuscire a vivere e osservare i quartieri, le strade, le case con gli occhi del teatro…

A partire dalle immagini e dalle suggestioni che la città ci offre , il lavoro verterà su:

·              Il corpo narrante: come tradurre le immagini in voce e movimento valorizzando le caratteristiche e le peculiarità di ciascuno
·              La relazione e l’ascolto: approfondire l’ascolto di sé e degli altri creando un dialogo tra il gruppo e la città
·              Il lavoro con gli oggetti: alla scoperta di tutte quelle “cose” che abitano le nostre storie
·              Il racconto attraverso i 5 sensi: un viaggio attraverso le immagini, i suoni, gli odori, i sapori e la “consistenza” di ogni storia.
·             Alla ricerca del sesto senso: individuazione e sviluppo di un proprio stile personale (voce, gestualità, movimento, rapporto
           con il pubblico e presenza scenica)


Il seminario è aperto ad attori, insegnanti, formatori e a tutti gli “amici-nemici della città”.
Non è richiesta precedente esperienza e il laboratorio sarà fruibile a più livelli sia per chi ha già esperienza di teatro o di narrazione, sia per chi ci si avvicina per la prima volta.

Il laboratorio è a numero chiuso e prevede un massimo di 15 partecipanti.

ANGELA SAJEVA
Attrice, narratrice e formatrice
Diplomata presso l’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” nel 1996. Da allora lavora come attrice (in teatro, cinema, radio e televisione) e come narratrice in Italia e all’estero. Da anni si occupa di formazione in diversi settori attraverso tecniche teatrali e di narrazione. www.angelasajeva.com

BEATRICE CIAMPAGLIA
Attrice e formatrice
Diplomata presso l’Accademia D’arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma nel 1999, recita in diversi spettacoli con attori come Vittorio Gassmann e Giuliana Lojodice, registi come Mario Ferrero, Lorenzo Salveti, Arturo Cirillo, Andrea Camilleri, Massimiliano Civica , e collabora con poeti come Mario Luzi.

1 commento:

  1. “ Quando Baal-Shem doveva assolvere un qualche compito difficile, qualcosa di segreto per il bene delle creature, andava allora in un luogo nei boschi, accendeva un fuoco e diceva preghiere, assorto nella meditazione: e tutto si realizzava secondo il suo proposito. Quando una generazione dopo, il Maggid di Meseritz si ritrovava di fronte allo stesso compito, riandava in quel posto nel bosco, e diceva: non possiamo più fare il fuoco, ma possiamo dire le preghiere, e tutto andava secondo il suo desiderio. Ancora una generazione dopo, Rabbi Moshe Leib di Sassow doveva assolvere lo stesso compito. Anch’egli andava nel bosco, e diceva: non possiamo più accendere il fuoco e non conosciamo più le segrete meditazioni che vivificano le preghiere; ma conosciamo il posto nel bosco in cui tutto ciò accadeva, e questo deve bastare. E infatti ciò era sufficiente. Ma quando di nuovo, un’altra generazione dopo Rabbi Israel di Rizin doveva anch’egli affrontare lo stesso compito, se ne stava seduto in una sedia d’oro, nel suo castello, e diceva: non possiamo fare il fuoco, non possiamo dire le preghiere, e non conosciamo più il luogo nel bosco, ma di tutto questo possiamo raccontare la storia. E il suo racconto da solo aveva le stessa efficacia delle azioni degli altri tre.”
    Racconto hassidico

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